HotS Alpha : Arthas
Un nuovo gelido video è in arrivo dalle tere di Nordania, signori…Arthas il Lich King è il protagonista del Video dall’Alpha Tecnica di Heroes of the Storm di oggi. Dopo il video il suo background e una breve descrizione dell’eroe!
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Arthas Menethil è il figlio di re Terenas Menethil II, sovrano delle terre di Lordaeron, le terre più a nord dei regni degli umani; è quindi il principe della corona di Lordaeron. Ha una sorella, Calia Menethil.
All’età di diciannove anni fu consacrato nella città di Roccavento come paladino, e il suo addestramento venne perpetuato da Uther. Entrò quindi a far parte della Mano d’Argento.
In un momento in cui Arthas si trovava in uno stadio avanzato del suo addestramento come paladino, viene inviato ad aiutare il suo maestro, Uther, nel contrastare una ribellione degli orchi avvenuta nella regione meridionale di Lordaeron. Arrivato sul posto, Arthas viene informato da Uther che gli Orchi stanno per attaccare il vicino villaggio senza difese di Strahnbrad. Il principe va dunque a difendere il villaggio e riesce ad uccidere gli orchi schiavisti già entrati in città; nel frattempo, Uther si prepara ad attaccare gli Orchi rimanenti.
Salvata Strahnbrad, Arthas raggiunge Uther proprio nel momento in cui questi ha inviato dei messaggeri agli Orchi per parlamentare. Dei due messaggeri tornano solo i loro cavalli, così Uther dà ad Arthas il privilegio di comandare l’attacco principale contro gli Orchi autori della ribellione, il Clan Roccianera.
Due settimane dopo la vittoria sul clan, Arthas accompagna Jaina Marefiero ad indagare sulla diffusione di una strana malattia a Nord di Lordaeron. Qui scoprono che un gruppo di strani sacerdoti guidati da uno stregone vestito di nero, Kel’Thuzad, sta contaminando le riserve di grano di quella zona. Kel’Thuzad e i suoi adepti riescono a fuggire. Dopo aver distrutto il grano infetto, Arthas e Jaina cercano i negromanti nel luogo da dove proviene il grano: la cittadina di Andorhal, che scoprono orribilmente devastata. Lì ritrovano Kel’Thuzad e lo uccidono, ma è ormai troppo tardi: il grano infetto, capace di trasformare delle persone innocenti in orribili mostri di carne in putrefazione, in non morti, è partito per la città di Stratholme da prima che Andorhal venisse distrutta. La scoperta del fatto che il grano trasformasse i cittadini distrugge Arthas, il quale sapeva di essere venuto meno al suo giuramento, facendogli perdere in parte la sanità mentale.
In direzione di Stratholme, il principe e la maga scoprono che il grano è passato anche per la cittadina di Valsalda, che durante la loro permanenza viene assediata dai non morti. Arthas decide di restare a difendere la cittadina, uccidendo anche gli abitanti già contaminati dalla malattia e già trasformati in creature della morte, e manda Jaina a cercare dei rinforzi da Uther, che fortunatamente arrivano giusto in tempo per fermare la caduta della cittadina.
Infuriato per ciò che stava accadendo alla sua gente, Arthas riparte per Stratholme, e sulla strada incontra il profeta Medivh, che gli consiglia di andare nel continente di Kalimdor, ma Arthas rifiuta, affermando che fosse suo compito restare per difendere la sua patria. Ormai egli è accecato dalle passioni, al punto da scacciare Uther per tradimento quando questi si rifiuta di uccidere gli abitanti di Stratholme, infettati dalla Piaga dei Non Morti
A Stratholme, Arthas incontra Mal’Ganis faccia a faccia, che lo sfida a batterlo nel continente di Nordania, e poi scompare. Arthas si reca nel continente e lì trova e salva dai non morti i nani di Muradin Barbabronzea, fratello del re dei nani Magni, che quindi si aggrega al principe.
A questo punto però le cose volgono al peggio: un editto reale del padre di Arthas ordina agli uomini del principe di ritornare a Lordaeron. Arthas, ormai convinto che l’unico modo per sconfiggere i non morti fosse uccidere Mal’Ganis, incendia le navi predisposte per lo scopo, con l’aiuto di ogre mercenari e del riluttante Muradin, prima che i suoi soldati riescano a raggiungerle. Poi, fa ricadere la colpa dell’accaduto sui mercenari e li fa trucidare dai suoi soldati, nonostante le proteste di Muradin.
Arthas e il nano vanno quindi alla ricerca della spada runica Gelidanima, che dovrebbe essere in grado di uccidere Mal’Ganis. La trovano, ma Muradin scopre che è maledetta e cerca di fermare Arthas, che però afferma di poter sopportare una qualsiasi maledizione e di poter pagare qualunque prezzo per salvare il suo popolo e la sua patria. Allora il blocco di ghiaccio contenente Gelidanima esplode uccidendo (solo apparentemente, come si saprà poi) il suo amico Muradin. Ma la spada era maledetta davvero ed appena Arthas la impugna la sua anima viene rubata da essa, sostituita con la voce di un oscuro signore, il Re dei Lich in persona che trasforma il coraggioso e generoso principe in un suo burattino. Arthas distrugge l’accampamento di non morti di Mal’ganis, raggiungendo quest’ultimo e riuscendo infine a ferirlo con un colpo al petto. Ancora vivo, il signore del terrore sapeva che Gelidanima non era altro che un pezzo dell’armatura del Re dei Lich, e domandò ad Arthas cosa la spada gli stesse dicendo. Con suo grande stupore, Arthas rispose che lo incitava a vendicarsi.
Tolto di mezzo Mal’ganis, il piano del Re dei Lich per sottrarsi a Kil’jaeden era iniziato.
Ormai Arthas è un suo servo, e diventa un cavaliere della morte.
Tornato a Lordaeron, Arthas viene accolto come un eroe, colui che ha sconfitto per sempre i non morti e gli untori della Piaga, ma lo stesso giorno uccide suo padre, Terenas Menethil, e scompare, non prima di aver risvegliato il suo cavallo Invincibile come servo nonmorto.
All’incirca un mese dopo, Arthas, che nel frattempo aveva vissuto una vita da bandito cibandosi di tutto ciò che gli capitava sottomano, viene convocato dal signore del terrore Tichondrius che gli ordina di ricostituire il culto dei dannati di Kel’Thuzad, cercando figli adepti nascosti nella capitale, cosa che Arthas compie puntualmente. È quindi necessario che lo stregone Kel’Thuzad risorga per continuare a diffondere la Piaga.
Durante la prima epurazione dei viventi di Arthas, egli recupera i resti di Kel’Thuzad nei pressi di Andorhal, che però sono ormai troppo decomposti, e vanno quindi protetti in un’urna speciale custodita dai paladini. L’urna, protetta da Uther l’Araldo della Luce contiene i resti di Re Terenas, ma Arthas uccide il suo antico mentore e usa l’urna per i suoi scopi blasfemi.
Guidato dallo spirito di Kel’Thuzad, dirige le sue truppe di non morti verso Quel’Thalas, dove si trova il Pozzo Solare elfico (una fontana millenaria in cui al posto dell’acqua scorre dell’energia magica), l’unica fonte di potere abbastanza grande da poter essere usata per far risorgere il negromante. Nonostante la difesa accanita degli elfi, organizzata dalla loro comandante Sylvanas Ventolesto, le truppe di Arthas entrano a Lunargenta, la capitale elfica, e riescono a far risorgere Kel’Thuzad in forma di lich. Nella battaglia il Pozzo Solare viene distrutto e Arthas uccide e mette in stato di non morte la ranger Sylvanas, mettendola poi a capo delle sue banshee. Poi lui e Kel’Thuzad si preparano ad organizzare la seconda fase del piano dei demoni per distruggere Azeroth: l’evocazione di Archimonde. Dopo aver sconfitto gli orchi del clan Roccianera a difesa del Portale magico capace di far comunicare gli esseri fisici con la Distorsione Fatua, Archimonde informa Kel’Thuzad della prossima mossa: recuperare il libro di evocazioni di Medivh, nella città di Dalaran. Allora le truppe di Arthas assediano la città magica e per abbatterne le difese uccidono vari maghi, tra cui il maestro di Jaina Marefiero, l’arcimago Antonidas. Recuperato il libro Kel’Thuzad, protetto efficacemente da Arthas, riesce ad evocare Archimonde nei dintorni di Dalaran, che è la prima a pagarne le conseguenze, visto che viene praticamente rasa al suolo dall’Eredar. Ma l’arrivo di Archimonde fa diventare meno importanti Arthas e Kel’Thuzad, che continuano ad essere semplici pedine della Legione Infuocata sotto il controllo di Tichondrius.
Dopo aver lasciato Kel’Thuzad e Sylvanas a Lordaeron sotto il controllo di Balnazzar, Detheroc e Varimathras, Arthas deve invece seguire Tichondrius e Archimonde a Kalimdor. Il cavaliere della morte complotta perché Tichondrius venga ucciso e liberarsi così della sua influenza: dopo aver saputo della liberazione di Illidan Grantempesta lo convince a prendere il Teschio di Gul’dan, con cui trasformarsi in un essere di potere tale da poter uccidere Tichondrius.
Tornato a Lordaeron, Arthas scaccia i Signori del terrore Detheroc, Balnazzar e Varimathras, e diventa il nuovo re di quelle terre e padrone del Flagello. Tuttavia, durante i massacri nei villaggi degli umani e dei paladini sfuggiti alla prima epurazione, Arthas sente i suoi poteri affievolirsi, e gli appare il Re dei Lich, che lo informa di star perdendo il suo potere, lo avverte di un grande pericolo a Nordania e gli ordina di ritornate in quelle distese ghiacciate. I Signori del terrore sentono che il re Arthas sta perdendo i suoi poteri e ne approfittano per rubargli gran parte dei suoi non morti e per tendergli un’imboscata e ribellarsi, ma Arthas riesce a fuggire da Lordaeron, e, in seguito, grazie al salvataggio di Kel’Thuzad, anche da una nuova imboscata ordita da Sylvanas Ventolesto, la quale comincia a riacquistare la sua volontà a causa dell’allentamento del controllo mentale che il Re dei Lich aveva su di lei, causato dalla perdita dei poteri del Re stesso. Prima di imbarcarsi Arthas affida il suo regno al lich Kel’Thuzad, l’unico rimastogli fedele.
Approdato a Nordania, trova una base degli elfi del sangue guidati da Kael’thas Solealto e riesce a sconfiggerli grazie anche all’arrivo del suo nuovo alleato Anub’arak, inviatogli in soccorso dal Re dei Lich. Con lui decide di passare per l’antico regno sotterraneo di Azjol-Nerub, una scorciatoia che gli permetterà di arrivare in tempo per salvare il Re dei Lich. Qui sconfigge i nani ancora vivi di Muradin Barbabronzea, e altre numerose creature che cercano di bloccargli la strada, tra cui i Nerubiani nemici di Anub’arak. Infine arriva a Corona di Ghiaccio, giusto in tempo per sconfiggere le armate di Illidan.
Dopo la vittoria ferisce gravemente in duello Illidan, entra nel trono ghiacciato e prendendo l’elmo di Ner’zhul si fonde con lui, diventando il nuovo, potentissimo Re dei Lich.
Dopo la fusione, Arthas dorme per molti anni; nei suoi sogni consuma lo spirito di Ner’zhul e bandisce Matthias Lehner, lo spirito di un bambino, il cui nome è l’anagramma di “Arthas Menethil”; Matthias rappresenta tutto ciò che restava dell’Arthas di un tempo, capace di compassione e di amore.
Risvegliatosi, Arthas si toglie il suo stesso cuore, convinto che ogni cosa che aveva di mortale lo rendesse più debole.
Ora in grado di muoversi, viaggia fino al punto in cui era morta la prima consorte del drago Malygos, Sindragosa, e qui la resuscita come uno dei più potenti draghi dei ghiacci non morti al suo servizio.


Nome | Tasto | Bersaglio | Note | Descrizione |
---|---|---|---|---|
Frost Strike | Q | Enemy | Mana: 55 Cooldown: 7 sec | Rallenta e danneggia i Nemici |
Howling Blast | W | Location | Roota e danneggia i nemici | |
Frozen Tempest | E | Danneggia i nemici vicini. Succhia mana quando è attivo |
Nome | Tipo | Descrizione |
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Frostmourne Hungers | Passiva | Potenzia gli attacchi base e genera mana sul colpo. |


Nome | Tasto | Bersaglio | Note | Descrizione |
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Army Of The Dead | R | I Ghoul summonati possono essere sacrificati per curare Arthas | ||
Summon Sindragosa | R | Mana: 100 Cooldown: 100 sec. | Invoca Sindragosa che attacca e danneggia i nemici. Congela i minion e le strutture. |

