Poche settimane fa l’intero mondo degli esports giovava del fatto che c’era stata una chiara, netta ed incontrovertibile apertura al mondo degli sport elettronici competitivi da parte del Co-Presidente del Comitato Olimpico Francese Tony Estanguet.
In un’intervista infatti, Estanguet affermava che “i giovani sono molto interessati agli esports ed è quindi nostro compito incontrarci, parlarci e fare in modo di trovare dei ponti che possano collegare questi due mondi cosi che l’interesse delle nuove generazioni verso le Olimpiadi resti alto“; leggendo queste parole, tantissimi sono stati gli addetti ai lavori che hanno festeggiato per queste dichiarazioni dato che, a differenza di ciò che accade in asia ormai da diversi anni, le istituzioni sportive del Vecchio Continente non sono mai state troppo predisposte ad un’apertura cosi netta e trasversale.

A distanza di pochi giorni però, giunge come un fulmine a ciel sereno la dichiarazione di Thomas Bach, Presidente del CIO, secondo il quale è giusto guardare agli esports ed al futuro di questi all’interno delle olimpiadi ma che questo discorso deve riguardare solamente alcuni videogiochi (quelli “sportivi” come Fifa, appunto) e, nello specifico, non deve assolutamente riguardare i titoli eSports “violenti” o all’interno dei quali la vittoria di un giocatore su di un altro sia sancita da “esplosioni”, “spari” o cose simili.

Se da un lato fa sicuramente piacere vedere che, questa volta, la discussione “esports si – esports no” sembra essere davvero reale…a tal punto che uno dei più importanti uomini della terra per quel che riguarda il mondo sportivo affermi “stiamo valutando il tutto ma determinati giochi non vogliamo comunque che siano inclusi”, dall’altro lato è davvero poco incoraggiante leggere ancora oggi affermazioni di questo tipo.

Le Olimpiadi rappresentano indiscutibilmente un momento di incontro per i vari popoli della terra e sono, storicamente, degli eventi internazionali in cui le varie nazioni gareggiano per primeggiare nelle varie discipline all’insegna del rispetto e della tolleranza oltre che della fratellanza tra i popoli. Non crediamo però che dei videogiochi possano in qualche modo compromettere questo equilibrio ed anzi riteniamo assolutamente opportuno che gli eSports presenzino alle Olimpiadi proprio per dare il loro inestimabile contributo per l’abbattimento di ulteriori, ancestrali e problematiche barriere che purtroppo gli sport tradizionali non sono ancora riusciti, da soli, a distruggere.