Esport Revolution: “gli esport come fonte di aggregazione e socialità”
La scorsa settimana ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con Diego Trinchillo, uno degli uomini dietro al progetto Esport Revolution, realtà esportiva della Campania piena di idee e con una visione del futuro del settore assolutamente chiara e ben strutturata.
Esport Revolution nasce circa 3 anni, ma il progetto vede l’ingresso di uno degli attuali proprietari solo in seguito, quando l’imprenditore Diego Trinchillo sceglie di supportare il team entrando in società con Antonio Mercogliano altrimenti noto come “TonyTubo” (uno dei fondatori originari della org nonché Youtuber con centinaia di migliaia di follower), con il quale è intenzionato a raggiungere quanti più risultati possibili, sia dentro che fuori i confini nazionali.
Sulla situazione attuale della scena, Diego Trinchillo non ha dubbi: “la situazione rispetto al recente passato è sicuramente in miglioramento. Sia parlando delle società che fattivamente organizzano le competizioni, sia osservando le ultime novità lato tornei da parte degli stessi publisher, tutto fa pensare che si è ormai intrapresa la strada giusta per lo sviluppo degli esport, e che è stato fatto un chiaro passo in avanti”.
Il dirigente di Esport Revolution ha poi voluto anche aggiungere una nota positiva riguardo al recente avvicinamento delle squadre di calcio alla scena esportiva, cosa che ha riguardato direttamente anche Esport Revolution essendo loro partner da diverse stagioni sia dell’Empoli Calcio che della Juve Stabia per i campionati esport nazionali organizzati dalla Figc.
Una nota negativa di questa fase storica per il nostro settore, sempre secondo l’opinione di Diego Trinchillo, è forse quella inerente l’approccio (sicuramente sbagliato) che in alcune situazioni caratterizzano le aziende non endemiche che investono negli esports. Il boss di Esport Revolution è infatti convinto che in alcune circostanze le aziende che scelgono di investire nel nostro settore, se insoddisfatte degli esiti di un’eventuale campagna, tendano a perdere interesse per l’intera scena e non solamente per quel singolo partner.
Un’osservazione certamente interessante, che ci porta a questo punto ad alcuni quesiti molto chiari: sbagliano le aziende a pensare che tutti gli attori degli esports si equivalgano nello stesso modo (e quindi se va male con uno per l’azienda il mercato diventa automaticamente di poco interesse)? O le responsabilità dovrebbero essere addossate ai team che “bruciano” questi potenziali partner?
Nel proficuo scambio avuto con Diego Trinchillo, è poi quindi venuta fuori la necessità della ORG di creare socialità (anche se purtroppo i tempi ancora non lo permettono al 100%, ma questo problema tornerà a venire meno una volta che la pandemia sarà superata, ndr), attraverso uno spazio fisico vero e proprio, una gaming house, che dovrà fungere da “polo” per tutti gli appassionati di esport ed i potenziali nuovi giocatori oltre che un vero e proprio punto di aggregazione sociale per il territorio napoletano.
E sul team Esport Revolution? Anche in questo caso Diego Trinchillo ha confermato che la cosa più importante è la base, il vivaio di atleti che dovranno costruire la loro carriera partendo proprio da Esport Revolution. Nel corso dell’ultimo anno le soddisfazioni non sono mancate, con svariati player che hanno mancato di un nulla la qualificazione agli eventi ufficiali.
Prossimamente, cercheremo di approfondire ancora di più la questione legata alla socialità ed agli esport pensati come fonte di aggregazione sociale, un tema che sta evidentemente a cuore a questa interessante realtà e che Powned vuole assolutamente approfondire!