A Dubai le finali del Girl Gamer Esports Festival 2020!
Dal 19 al 22 Febbraio si svolgeranno a Dubai le finali del Girl Gamer Esports festival, manifestazione internazionale dedicata esclusivamente alla scena competitiva femminile del nostro settore.
Durante l’evento finale, le migliori squadre di Counter Strike: Global Offensive e League of Legends dovranno infatti affrontarsi per contendersi il montepremi finale di svariate centinaia di migliaia di Dollari, messi in palio dall’organizzazione Grow uP eSports.
La peculiarità dell’evento, il cui obiettivo sarebbe quello di promuovere la presenza femminile nel mondo esport, sarà proprio il fatto che tutte le squadre partecipanti (tra cui svettano Dignitas, Carnage Esports e Copenaghen Flames) saranno interamente composte da giocatrici professioniste. Pur essendo un’iniziativa certamente importante, appare ancora abbastanza strano comprendere la necessità di creare un intero evento riservato esclusivamente alle professioniste di sesso femminile.
Come più volte sostenuto, gli esports non necessitano alcuna categorizzazione di genere, e qualsiasi differenziazione tra uomini e donne appare superflua, non necessaria, ma soprattutto appare “vecchia”…un’idea legata ad un mondo tanto vicino quanto estremamente distante dagli esports, ovvero il mondo degli sport tradizionali, da sempre (da secoli per essere precisi) strutturati in “categoria maschile” e “femminile”.
Se nel mondo del calcio, della pallacanestro o del rugby è effettivamente necessario separare i due sessi nel mondo professionistico, come da più fonti dimostrato questo “problema” non esiste nell’ambito del gaming…con tantissime professioniste che sono riuscite non solo a giocare perfettamente in svariati campionati, tornei ed eventi…ma in alcune occasioni sono anche riusciti a vincere, ed i partecipanti erano assolutamente “misti“.
Forse bisognerebbe lavorare verso una diversa opera di sensibilizzazione per avvicinare il popolo esports in rosa alle competizioni, incentivando le sfide e fornendo tutti gli strumenti necessari affinché il movimento progredisca verso la sua più naturale fine…il mondo delle competizioni in cui sono solo il nome e la provenienza di un atleta a determinarne delle caratteristiche uniche, senza più che il sesso (o altri aspetti) fungano da discriminante per partecipare o meno in un dato torneo.
Noi di Powned guarderemo ed aggiorneremo certamente la nostra community sui risultati del GirlGamer Festival, ma la grande speranza è che il prossimo anno gli organizzatori riescano a trovare una formula che categorizzi meno le competizioni e che promuova in modo ancor più forte (e giusto) il coinvolgimento delle professioniste esports all’interno della scena.
Resta certamente il fatto che comunque una manifestazione del genere contribuisce lo stesso a dare visibilità a queste giocatrici, e potrebbe favorire meglio il lavoro dei Talent scout dei team maggiori nella ricerca delle nuove stelle da portare sui palchi più importanti del mondo.
Cosa ne pensate? La discussione è ovviamente aperta!