Fortnite, per il CEO del Liverpool è un pericolo per il calcio!
Fortnite, il celebre battle royale, continua a crescere, portando a sè sempre più player ed attenzioni, e ciò non passa sicuramente inosservato. La concorrenza diretta nel mondo dei videogiochi sta cercando da mesi un modo per contrastare il successo dell’opera di Epic Games, spaventati da ciò che potrebbe raggiungere il titolo in questione, ma la situazione si fa più interessante quando, a preoccuparsi, sono organizzazioni che con i videogiochi hanno poco a che vedere!
Basta vedere il caso di Netflix, che all’interno di una lettera recentemente inviata agli investitori scrive: “Ci confrontiamo (e perdiamo) con Fortnite, molto più che con HBO (servizio come Netflix disponibile solo in America)“.
Successivamente, Netflix ha anche dichiarato che ci sono “migliaia di concorrenti” sul mercato che cercano di intrattenere i consumatori, e Fortnite è solo uno di loro. È tuttavia difficile capire e spiegare in che modo specifico il gioco di Epic stia influenzando, ma pochi giochi sono mai stati così popolari come il Battle Royale per eccellenza, a tal punto da essere considerato una minaccia da un colosso di tutt’altro mercato!
Ma possiamo citare anche un altro settore, che è quello del calcio, con le dichiarazioni di Peter Moore, CEO della squadra di calcio del Liverpool, che fanno riflettere. Il soggetto in questione non è certo estraneo al mondo dei videogiochi, visto che è un ex dirigente di Electronic Arts a capo della divisione EA Sports.
Durante un’intervista con Arabian Business Magazine, in cui il giornale ha chiesto una sua opinione proprio sulle parole di Netflix che vede Fortnite come vero antagonista, Moore ha dichiarato:
“90 minuti sono un periodo di tempo lungo per un millennial che vuole guardare una partita di calcio. Quando guardo i numeri dello sharing delle gare calcistiche da parte dei millennials maschi, come amministratore delegato di una società di calcio sono preoccupato per il futuro con la prossima generazione di fan in arrivo. Se non costruiremo abilità tecnologiche come club, li perderemo.”
Moore aggiunge un’altra frase alla sua intervista, che fa riflettere e capire il fenomeno Fortnite: “Il problema principale è che c’è tanta pressione da gestire di questi tempi, e solo 24 ore per affrontarle. Invece ci sono tante ore della giornata per giocare a Fortnite.“.
L’esplosione di Fortnite è ormai sotto gli occhi di tutti, con gli sviluppatori in grado di innovare sempre il loro gioco, come testimonia il concerto di Marshmello direttamente nel gioco! L’opera di Epic Games (e più in generale il mondo dei videogiochi) è davvero destinata a diventare un concorrente serio anche in altri “mercati”?