Fortnite e PUBG bannati dal Parlamento iracheno!
Il Parlamento iracheno ha votato mercoledì 17 aprile per vietare sia la battaglia reale di Fortnite che i campi di battaglia di PUBG a causa della loro influenza “negativa” sulla gioventù del paese.
Secondo un rapporto di Reuters, i legislatori eletti nelle prime elezioni irachene nel 2018 dopo anni di violenze, hanno approvato una risoluzione che blocca l’accesso online al gioco e il divieto di transazioni finanziarie correlate, come l’acquisto di V-Bucks.
Sembra per Reuters, i due giochi sono stati banditi “a causa degli effetti negativi causati sulla salute, la cultura e la sicurezza della società irachena, comprese le minacce sociali e morali a bambini e giovani“.
L’influente sciita iracheno Moqtada al-Sadr, la cui coalizione politica detiene la maggioranza dei seggi in Parlamento, ha invitato i giovani della nazione a respingere i videogiochi violenti giovedì 18 aprile.
“Cosa guadagni nell’uccidere una o due persone in PUBG?” Scrisse in una dichiarazione di due pagine. “Non è un gioco per l’intelligenza o un gioco militare che ti fornisce il modo corretto di combattere“.
L’Iraq segue così l’esempio di altri Paesi. PUBG è già stato bandito in India, Nepal e Cina, anche se la società cinese Tencent è un investitore proprio di PUBG e Fortnite.
Potrebbe essere troppo presto per dire se questo è l’inizio di una tendenza sempre più ampia. Le critiche ai due titoli di punta del genere provengono da ogni dove ormai, rendendole addirittura argomento politico nelle sedi di legislazione. Quale sarà il futuro che attende questo genere di videogiochi?
Grazie per la lettura